martedì 16 aprile 2024

Lustro

 di Matteo Salvatti.






Michela: Ma Francy, ma perché sei ancora qui? Se si sveglia Andrea adesso è un casino. Li avevamo detti i patti: vieni qui stanotte, ma alle sei massimo sei e mezza te ne vai. Già Andrea ti sopporta a malapena nelle feste ufficiali, e lo sai, non veniamo a nasconderci, mi sembra te lo abbia fatto capire abbastanza chiaramente, ci manca che gli dico che mia sorella perché ha litigato l’ennesima volta con suo marito mi ha chiesto di dormire sul divano del suo studio. Feticista come è, poi. No no, silenzio di sopravvivenza, silence survivor. 

Francy: Appunto, quello che dovresti fare tu, silenzio. No, ma dico: vuoi svegliarlo apposta? Abbassa ‘sto cavolo di voce, è da quando andavi all’asilo che ti si riconosceva come scimmia urlatrice! Adesso mi vesto, mi cambio e me ne vado. Oh, parliamoci chiaro poi, sono arrivata qui a mezzanotte, non è che potevo dormire tre ore, e poi questi nuovi sonniferi che sto prendendo sono straforti, vuoi provarli? No, davvero, sono una bomba, praticamente degli anestetici. Oh, non lo diresti mai, sai chi me li ha prescritti? Tu hai presente Piera, la sorella di Angelo, ecco, pensa che…

Michela: Non me ne frega niente, piantala, guarda che io dormirei benissimo se non avessi una sorella che mi chiama a un quarto a mezzanotte chiedendomi un letto. Ma poi, scusa, mi spieghi perché non potevi venire prima?

Francy: Forse perché abbiamo finito a quell’ora di litigare? O meglio, perché io ho deciso di finire di litigare, perché se no, fosse stato per lui, saremmo andati avanti tutta la notte. Ma col cavolo che gli do questa soddisfazione, no no. Così poi si sfoga e si sente bene e poi i postumi della sbronza li porto io. Sai che dopo aver litigato lui è come se fosse uscito da un massaggio, io mi sento rintontita, sì, non fare battute sul fatto che lo sono sempre, a prescindere, davvero, mi sento ubriaca, ci vuole del tempo per tornare in mente. Senti, cambiando argomento, piuttosto ce l’hai ancora quel profumo che ti ha regalato Andrea? 

Michela: Ma era per il compleanno di tre anni fa! Certo che è finito, anche perché un po’ l’ho buttato, non era niente di che, in fatto di gusti, vabbè, lasciam perdere, e poi sbrigati che si sveglia e oltre tutto stai facendo fare tardi anche a me, mi raccomando, cambiati veloce e non passare dalla cucina, esci e non chiudere la porta che si accorge, al limite mi prendo la colpa di non averla chiusa bene io. Oddio si sta svegliando, corri, corri nel suo studio, io cercherò di distrarlo e di fare in modo che non ci vada prima di aver fatto colazione, appena senti che sbatto la porta della cucina vuol dire che siamo dentro a fare colazione, in un nanosecondo esci e te ne vai, ok? Adesso va’, va’, sbrigati, sempre nei casini mi devi mettere, ma deve finire ‘sta storia, però, lo sai che non puoi andare avanti così, vero? No perché non so tu, ma io non ne posso più, ma veramente, basta!


Estratto dal libro "Lustro" di Matteo Salvatti, Midgard Editrice




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