martedì 12 dicembre 2023

Il calendario eteno

 di Fabrizio Bandini







L’ottava festa della Ruota dell’Anno è la Festa di Yule, la Festa di Mezzo Inverno, Midwinter, il Solstizio d'Inverno.
Il Sole, la dea Sunna, dopo essere scesa nelle profondità delle tenebre invernali, trionfa sull'oscurità, e riprende la sua ascesa.
Deus Sol Invictus, Dio Sole Invitto, lo glorificavano i romani.
Nella tradizione nordica la festa è dedicata in modo particolare a Óðinn, Njörd, Freyr, Freyja, Sól e Baldr.
È il trionfo degli Dèi e delle Dèe sulle forze del caos.
È il trionfo della Luce sulle tenebre.
Trascorsa la notte del Solstizio invernale, la notte più lunga dell’anno, la dea Sól, la potente Sunna, porterà in Cielo il carro del Sole, vittoriosa sull'oscurità.
Nel calendario anglosassone antico il mese di Dicembre è chiamato Ærra Gēola, prima di Yule, e Wintermonaþ, il mese d'Inverno, mentre Gennaio è denominato Æfterra Gēola, dopo Yule.
La celebrazione centrale di questo periodo, lo Yuletide, è la Mōdraniht, la Notte delle madri, ovvero il Solstizio d’Inverno vero e proprio.
La festa, molto importante in tutta Europa sin dall’età più arcaica e non solo in ambito germanico, – gli allineamenti di vari monumenti neolitici e megalitici verso il Solstizio d’Inverno sono lì a dimostrarlo –, era celebrata un po’ ovunque.
In ambito nordico è riportata nella Snorra Edda, nella Hervarar saga ok Heiðreks e nell’Heimskringla di Snorri Sturluson.
A Roma si celebrava il Dies Natalis Solis Invicti, il Giorno di nascita del Sole Invitto.
La cristianizzazione delle popolazione europee è dovuta scendere a patti anche con questa grande festa pagana, trasformandola nella nascita del Cristo, il Natale cristiano, ma senza eliminare gran parte del folklore antico e svariati simboli a esso legati, come l’albero di Yule, il ceppo di Yule, il canto di Yule, il vischio di Yule, l’agrifoglio di Yule, il maiale di Yule – il maiale sacrificato a Freyr, di cui narrano le saghe –, che vengono chiaramente dalle antiche tradizioni pagane.
Molte di queste tradizioni folkloriche le ritroviamo ancora oggi non solo in ambito nordico-germanico, ma anche nella nostra Italia – che ha componenti etniche italiche, germaniche e celtiche, non ci scorderemo mai di ripetere – e praticamente in tutti gli altri paesi europei.
Il termine inglese Yule discende all’antico anglosassone ġēol, ġēohol, ġēola, ġēoli, che indica i dodici giorni della festività, lo Yuletide, il tempo di Yule, divenuto poi Christmastide, il tempo del Natale.
Jól in antico norreno, Jiuleis in antico gotico, Jul in danese, svedese e tedesco, Jul o Jol in norvegese.
Il nome della festa viene fatto derivare dal termine in antico norreno Hjól, che significa ruota, descrivendo con questa simbologia il punto più basso della Ruota dell’Anno prima della sua risalita.
Una simbologia similare la ritroviamo anche nella runa del Solstizio d’Inverno, Jera, di cui parleremo fra poco.
Óðinn, il Padre degli Dèi, è fra le divinità più celebrate in questo blót.
Uno dei suoi nomi, Jólnir, quello di Jól, lo evoca in maniera molto precisa.
Óðinn torna protagonista anche in un’altra tradizione arcaica di Yule, ovvero la Caccia Selvaggia o Schiera Furiosa, un corteo notturno di esseri sovrannaturali che attraversa il Cielo e la Terra in questo periodo dell’anno.
Troviamo questa tradizione folklorica in tutta l’Europa settentrionale, centrale e occidentale, dalla Germania alla Britannia, dalla Scandinavia alle Alpi.
Óðinn/Wotan, appare come dio psicopompo nelle sacre notti di Yule – i cosiddetti dodici giorni di Jól, dello Yuletide – a cavallo di Sleipnir guida il corteo delle anime dei guerrieri morti in battaglia.
In Inghilterra la spettrale cavalcata notturna si chiama Wild Hunt, in Scozia Sluagh, in Germania Wilde Jagde e Wutenden heer, in Francia Chasse Arthur e Mesnie Hellequin, in Svizzera Struggele selvaggia, in Italia Caccia Morta, Caccia del Diavolo, Corteo dla Berta, Càsa d'i canètt, Caza selvarega, Caza noturna, Caça selvadega, Ciaza Mata e Caça Selvadega.
Sono evidenti in questi nomi il successivo trasformarsi del folklore europeo, con l’ingresso di nuove figure alla guida del corteo, dovuto alla cristianizzazione e al tentativo di demonizzare un fenomeno arcaico e pagano totalmente estraneo alle nuove autorità religiose.
La Caccia Selvaggia in ogni caso ci ricorda la particolarità del periodo invernale intorno a Yule, la cosiddetta crisi solstiziale, con lo sprofondare del Sole, della dea Sunna, nelle tenebre dell’Inverno, il finire dell’Anno, l’assottigliarsi del velo fra i mondi.


Estratto dal saggio "Il calendario eteno" di Fabrizio Bandini, "La via dell'etenismo", AA.VV., Midgard Editrice 2023




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