mercoledì 15 novembre 2023

Diario di un’adozione

 di Stefano Giometti.






Non potevo non scrivere questo libro.  
In primis perché, dopo essermi cimentato nella brevità di aforismi e calembour, ho avvertito la voglia di mettermi alla prova sul periodo lungo della narrativa. 
E già ciò mi appare come una sfida non banale. 
L’adozione questa sconosciuta, direi.  
La motivazione più corposa che mi ha sollecitato a scrivere il presente testo, comunque, è stata quella di sviscerare questo sostantivo in pubblico. 
Sostantivo a volte abusato, e spesso  certamente inflazionato: basterebbe ricordare l’uso che se ne fa quando si cita l’adozione di un albero, di un giardino, di un museo, di un provvedimento, di una misura, e potrei continuare per un ‘altra mezza pagina.
Ma cos’è l’adozione di un bambino? 
Cos’è l’adozione per i genitori adottivi? 
E, soprattutto, come viene vista l’adozione al di fuori della famiglia adottiva? 
Tramite l’esperienza diretta vissuta assieme a mia moglie Caterina, ho cercato, con la stesura di “Diario di un’adozione”, di rispondere a queste domande.
Nella questione, il pregiudizio la fa da padrone. 
Questo è poco, ma sicuro. 
È il baluardo, invisibile e silente, contro cui si combatte di continuo.  
Il pregiudizio, d’altronde, è il comune denominatore in varie situazioni di percepita diversità a sfavore di un individuo per una sua disabilità, per il colore della pelle, e così via. Rientriamo, quindi, con l’adozione, nel grande pianeta della diversità: nella fattispecie è il dualismo concettuale tra figlio naturale e figlio adottivo a solleticare menti sopraffine. 
Ho cercato di liquidare, nonché sdrammatizzare la questione con l’enunciazione di un mio teorema: "La consanguineità è penalizzante” (perché un idiota dà vita a un idiota, perciò meglio evitare le linee di sangue, talvolta. Senza riferimento alcuno, in apparenza, all’interlocutore preda del dualismo concettuale sopra citato. Altrimenti potrei essere io a essere tacciato di costruzione di pregiudizi…). 
Il fattore scatenante, infine, che mi ha indotto a prendere carta e penna per iniziare a scrivere questa storia è stato l’avere assistito, per ben due volte, a una nota trasmissione RAI in prima fascia serale in cui veniva definito il padre biologico “vero padre”. 
Mi sono cadute le braccia, ma subito dopo ho preso la penna in mano. 

Estratto dal libro "Diario di un’adozione" di Stefano Giometti, Midgard Editrice 2023.


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