mercoledì 13 aprile 2022

La vita insieme

 di Ferruccio Francescotti.




Scena  1

Ventimiglia, Balzi Rossi, ai giorni nostri


La località nota come i Balzi Rossi si trova nel comune di Ventimiglia, a poche centinaia di metri dal confine con la Francia di Ponte San Ludovico, dove ha inizio la famosissima Costa Azzurra; il suo nome deriva dal termine del dialetto locale “Bausi Russi” che significa “pietre rosse”.

Grandi agavi e rosse macchie di bouganville rendono quest’angolo unico e particolarmente suggestivo.

Una piccola pineta di pini marittimi offre un po’ d’ombra ai fortunati che riescono a trovare un parcheggio per l’auto; da lì una stretta strada sterrata, solo pedonale, conduce ad una esclusiva spiaggetta molto nota fra gli amanti della tintarella, posta al fondo di una caletta circondata da scogli su molti dei quali non si può camminare a piedi nudi, perché sono taglienti come lame di rasoio. La spiaggia è conosciuta come “spiaggia delle uova”, perché sul fondale si trovano molte pietre la cui forma tondeggiante è dovuta all’azione erosiva delle onde.

Il mare, limpidissimo, si frange sugli scogli provocando una schiuma candida.

Sul lato che guarda verso sud la stradina è separata dagli scogli sottostanti tramite un muretto in pietra, ma  quando il mare  è agitato “inzuppa” gli incauti passanti; dall’altro lato le agavi la separano da un’alta falesia (una scarpata verticale dovuta all’erosione del mare) nella quale si inoltrano delle grotte che hanno reso famosi i Balzi Rossi nel mondo della paleoantropologia: in esse infatti, a partire dall’800, son state rinvenute numerose sepolture di nostri lontani antenati noti come “uomini di Cro Magnon”, dal nome della località francese dove sono stati rinvenuti per la prima volta.

Sempre sul lato a monte vi è un Museo in cui sono custoditi, tra l’altro, gli scheletri umani fossilizzati rinvenuti nelle sepolture all’interno delle grotte unitamente a numerosissimi resti della fauna e della flora dell’epoca; si possono anche ammirare monili fatti di conchiglie dal colore bianco-rosato e manufatti d’osso.

È uno splendido mattino di inizio giugno; una lieve brezza di terra che spira dalle vicine montagne increspa leggermente, in senso contrario al normale moto ondoso, la superficie del mare, mentre alcuni gabbiani dalle grandi ali volteggiano alla ricerca di cibo emettendo brevi e stridule grida.

I primi bagnanti, dopo aver parcheggiato all’ombra della pineta, si avviano verso la spiaggia delle uova; un inserviente apre le porte del Museo in attesa dei visitatori.

Un autobus proveniente da Ventimiglia accosta al marciapiede sul lato mare appena prima del posto di frontiera: le sue dimensioni non gli consentono di procedere oltre. Accompagnati da un vociare allegro ne scendono una ventina tra ragazzi e ragazze: sono giovani studenti e dottorandi in paleoantropologia che, sotto la guida del professor Mario Tanzi dell’Università di Genova, stanno per iniziare una nuova campagna di scavi ai Balzi Rossi. Sono perlopiù italiani, ma non mancano gli stranieri provenienti da varie parti del mondo. Per alcuni di essi non è la prima esperienza al Balzi Rossi, ma quelli che vi giungono per la prima volta si attardano ad ammirare il magnifico panorama.

“Andiamo ragazzi” li esorta il professor Tanzi “entriamo nel Museo”.

Dopo che tutti si sono sistemati sulle sedie appositamente allineate in file ordinate il professore, affiancato dalla Curatrice del Museo, esordisce:

“Bene ragazzi; dedicheremo questa giornata all’organizzazione del lavoro sul campo e da domani inizieremo come da programma. Finita questa riunione potrete dedicarvi al mare, a visitare Mentone e quant’altro vorrete perché da domani, come i più esperti di voi sanno bene, il tempo libero sarà poco ed alla sera sarete molto ma molto stanchi.”   


Estratto dal volume “La vita insieme" di Ferruccio Francescotti, Midgard Editrice.

https://midgard.it/product/ferruccio-francescotti-la-vita-insieme/

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