sabato 8 maggio 2021

Intervista a Chiara Scialabba

Intervista a Chiara Scialabba, autrice del romanzo “(il) Mondo Dentro”, edito nella Collana Narrativa della Midgard Editrice.







Buongiorno, parlaci della tua opera, come nasce? 

È un diario che nasce nel corso della quarantena dello scorso anno come uno strumento per dare un senso a quel periodo assurdo che stavamo vivendo. Penso che quel periodo sia stato segnato dall’incredulità e dalla difficoltà ad accettare la tragedia che ci era crollata addosso improvvisamente. Era necessario mettere ordine negli eventi che si susseguivano e lasciare un segno tangibile di un momento che possiamo definire storico registrando, non solo le notizie di cronaca, ma, soprattutto, le emozioni e le implicazioni psicologiche. Come scrivo nella premessa del libro, inizialmente lo scopo era quello di lasciare una testimonianza nello stretto ambito familiare, successivamente, è stata la reazione degli stessi familiari, con cui ho condiviso i primi pensieri, a farmi capire che andava trasmesso anche agli altri che, magari, non hanno vissuto le stesse esperienze ma, sicuramente, le stesse emozioni.



Quali sono le tematiche più importanti del tuo romanzo?

Il diario prende spunto da tutto ciò che vivo e quindi da ciò che sono, per cui le tematiche sono strettamente legate alla mia vita, dalle dinamiche familiari in un contesto in cui si trovano figli adolescenti alla scuola e quindi la DAD, dalla Parrocchia, anch’essa segnata dalla pandemia, alla vita del piccolo paese e del quartiere. L’essere insegnante in quanto educatore emerge tra le righe delle tante sezioni del libro dedicate alla scuola. E’ chiaro che le mie passioni come l’arte e la politica così come la mia fede entrano prepotentemente nelle riflessioni che faccio perché, come svela il titolo un po' particolare del libro, (il) Mondo è stato chiuso Dentro e questo ha fatto sì che il mio Mondo Dentro sia diventato il protagonista del libro. 



Qual è il rapporto fra la scrittura e il resto della tua vita?

Mi è sempre piaciuto scrivere, conservo ancora gelosamente i miei temi della scuola elementare e ricordo che il classico tema di italiano a scuola per me non è mai stato un problema. Il mio problema è sempre stata la punteggiatura perché il pensiero si trasferisce in modo fluido sulla carta come se stessi parlando. Anni fa avevo anche scritto un racconto che però ho tenuto dentro un cassetto perché non ho mai sentito l’esigenza di pubblicarlo, magari ci ripenso! A volte è più facile dire qualcosa di importante ma, soprattutto, di intimo scrivendo anziché parlando. La scrittura si coltiva però anche con la lettura, leggere ti aiuta ad elaborare un tuo pensiero e poi diventa più facile trasferirlo sulla carta. Purtroppo uno dei mali del nostro tempo è la mancanza di lettura e questo si trasferisce in un linguaggio limitato, poco corretto e soprattutto povero.



Che scrittori ti piacciono e ti ispirano? 

Non posso dire di avere delle fonti di ispirazione anche perché non sono una scrittrice e nemmeno di avere un genere predefinito. Ho letto i libri più svariati. Il genere avventuroso di Jules Verne, soprattutto da ragazza, come alcuni classici, la narrativa mi ha sempre appassionato ma, sicuramente, i libri che portano ad una lettura introspettiva occupano uno spazio privilegiato. Potrei citarne alcuni che secondo me mi hanno segnato profondamente “Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro, “1984” di George Orwell, “Se questo è un uomo” di Primo Levi.







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